PID e Tavolo Transizione 4.0

A supporto del Piano Nazionale Impresa 4.0 collaborano tre enti diversi, di recente costituzione, aventi l’obiettivo di aiutare le aziende italiane ad affrontare ed adottare l’innovazione tecnologica dettata dal paradigma 4.0.

E parliamo di: Competence Center (CC), Digital Innovation Hub e Punti impresa digitale (PID), che insieme formano il cosiddetto Network Nazionale Industria 4.0, il mezzo per eccellenza che il MISE sta utilizzando per creare consapevolezza e conoscenza sui benefit derivanti dall’uso di tecnologie smart.

In particolare i PID, i Punti di impresa digitale, rappresentano lo strumento gestito dalle Camere di Commercio che si prestano a supportare le Micro Piccole Medie Imprese (MPMI) italiane, attraverso quattro attività principali:

• La diffusione della conoscenza sulle tecnologie in ambito Industria 4.0;

• L’assistenza alle aziende che vogliono avviare processi di digitalizzazione attraverso i servizi di assessment e mentoring;

• La programmazione di corsi di formazione sulle competenze di base nel settore digitale;

• L’orientamento necessario per rivolgersi agli Innovation Hub e ai Competence center.

Il vantaggio è dato anche dal fatto che qualsiasi impresa può rivolgersi ai PID, al di là del settore di mercato e della dimensione.

E qui troveranno 4 diverse figure professionali che le possono accompagnare lungo un percorso di consapevolezza tecnologica. Nello specifico:

• Digital Leader (o «Ambassador») che coordina il PID camerale e ha la responsabilità della compliancy normativa

• Digital coordinator che presidia il rapporto con le imprese e svolge l’assessment iniziale dell’impresa e coordina i digital promoter

• Digital promoter che sviluppa azioni di promozione, comunicazione ed assistenza

• Digital mentor, che offre gratuitamente supporto di indirizzo/consulenza alle MPMI.

A tal proposito nei giorni scorsi al MISE si è svolto un incontro dedicato al tavolo Transizione 4.0, tenuto dal Ministro Stefano Patuanelli.

E’ stata l’occasione per dare vita ad un confronto sui risultati raggiunti dal Piano Impresa 4.0, al fine di migliorare gli strumenti giù in uso ed individuare una nuova programmazione pluriennale.

Il Ministro ha prima illustrato i dati relativi al 2017 riguardanti iper e super-ammortamento e credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo, mostrando come il Piano Impresa 4.0 abbia premiato maggiormente le medie e grandi imprese (per il 64%) rispetto alle imprese minori.

Gli investimenti hanno riguardato 10 miliardi di euro per l’iper-ammortamento sui beni materiali e 3,3 miliardi di euro per il super-ammortamento sui beni immateriali, per una platea di 15 mila imprese nel primo caso e 43 mila imprese nel secondo caso.
95 imprese hanno investito più di 10 milioni di euro e 35 imprese più di 20 milioni di euro.

Anche il credito d’imposta sulle spese in ricerca e sviluppo ha agevolato le spese delle imprese medio-grandi, per il 63%, con 233 aziende che hanno superato i 3 milioni di euro e 116 i 5 milioni di euro.

Rivedendo quindi il Bilancio 2020-2022 Il Ministro ha proposto di stanziare complessivamente risorse pari a 7 miliardi di euro per la proroga di iper e super ammortamento e per la proroga del credito d’imposta sulla formazione 4.0, oltre all’introduzione del CDI sull’economia circolare (green economy).

I nuovi obiettivi prevedono l’ampliamento del 40% della platea di aziende interessate attraverso:

– La razionalizzazione delle misure: un credito d’imposta a intensità crescente

– La possibilità di usufruire del credito fiscale in anticipo, a partire da gennaio dell’anno successivo all’investimento

– L’estensione del Credito di Imposta Ricerca e Sviluppo agli investimenti in innovazione e design

– L’accesso al super ammortamento sui beni immateriali dell’allegato B senza il vincolo dell’acquisto di beni materiali compresi nell’allegato A

Si prevede inoltre una maggiore incentivazione per le competenze, l’economia circolare, il software e i sistemi IT. Infine una minore incertezza applicativa e semplificazione normativa.

Una nota ulteriormente positiva è data dalla certificazione dei PID tra le 40 best practice a livello europeo, riconosciuti dall’Istituto europeo della Pubblica amministrazione (EIPA) nell’ambito del premio dell’EPSA (European Public Sector Award) rivolto ai migliori progetti della pubblica amministrazione europea presentati da 28 Paesi.